Bronco pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)

Malattia cronica respiratoria caratterizzata da ostruzione bronchiale, con limitazione del flusso aereo parzialmente o non reversibile, lentamente progressiva.

Malattia cronica respiratoria caratterizzata da ostruzione bronchiale, con limitazione del flusso aereo  parzialmente o per nulla reversibile, lentamente progressiva, causata da un'infiammazione cronica delle vie aeree e del parenchima polmonare.

I casi di Bpco risultano in continuo aumento, tant’è vero che si ritiene che questa patologia -da sola- sarà nel 2020 la terza causa di morte al mondo. I suoi sintomi clinici tipici (tosse insistente, catarro, dispnea e ridotta tolleranza all’esercizio) sono facilmente riconoscibili, ma spesso compaiono tardi, quando cioè la capacità polmonare del paziente è già compromessa, e tendono a essere sottovalutati.

Diventa quindi importante saper individuare per tempo il malato latente e lo può fare anche il farmacista, proponendo nei casi sospetti un semplice e rapido questionario, sulla base di alcune precise domande. Le linee guida delle Società scientifiche suggeriscono alcune domande che anche il farmacista può porre di fronte a un sospetto di bronco pneumopatia cronica ostruttiva, per poterlo poi indirizzare al medico:

    - Tossisce di frequente?
    - Le capita di avere spesso del catarro che viene su con la tosse?
    - Le capita di avere mancanza di fiato nel compiere attività anche semplici?
    - Facendo attività fisica, Le capita di avere più mancanza di respiro dei suoi compagni coetanei?
    - Avverte rumori nel suo torace quando respira sotto sforzo o di notte?
    - Le capita frequentemente di prendere raffreddori che durano più a lungo di quelli di altre persone che Lei conosce?

Se un paziente di 40 anni o più, fumatore o ex-fumatore, risponde “sì” anche a una sola di queste domande, è indicato suggerire una visita medica e l’esecuzione di un esame spirometrico. La conferma di diagnosi di Bpco si basa sul riscontro dei sintomi respiratori e/o sull’accertamento dell’esposizione ambientale a fattori di rischio comprovati, uniti alla dimostrazione della presenza di un’ostruzione al flusso aereo attraverso la spirometria e altre indagini di funzionalità respiratoria. In particolare, come precisato dalle linee guida SIMG, SIMeR, AIPO, AIMAR 2013, l’evidenza di «un rapporto tra volume espiratorio massimo per secondo (FEV1) e capacità vitale (VC) che rimane inferiore al valore normale anche dopo 15-30 minuti dall’inalazione di un broncodilatatore (salbutamolo 400 µg) è sufficiente per confermare il sospetto clinico di condizione patologica».


L'importanza dell'aderenza terapeutica nella Bpco

Neppure la migliore terapia e il più appropriato dei farmaci possono essere efficaci, se non vengono assunti in modo corretto e continuativo. Purtroppo, l’esperienza clinica e gli studi condotti sia nell’asma, sia nella Bpco, evidenziano che soltanto una minoranza dei pazienti è in grado di utilizzare correttamente i device per l’assunzione dei farmaci inalatori, spesso a causa di un’insufficiente educazione all’impiego, di una scarsa manualità/capacità respiratoria o di un’imperfetta coordinazione tra erogazione e inalazione. In aggiunta, molti pazienti non attribuiscono un reale valore terapeutico al farmaco inalatorio, perdendo presto la motivazione iniziale al trattamento, o abbandonano o diradano le assunzioni al primo miglioramento dei sintomi. Il farmacista può fornire un supporto educativo e motivazionale strategico al paziente, su tutti questi fronti: promuovendo una maggiore consapevolezza del carattere cronico evolutivo della malattia e dell’importanza di una terapia regolare nel tempo; sottolineando la dimostrata efficacia della terapia inalatoria, ma anche il venir meno dei miglioramenti ottenuti se interrotta; educando il paziente al corretto uso dell’inalatore e verificando che abbia compreso le istruzioni e che sia in grado di applicarle; invitando il paziente a rivolgersi al medico per una verifica della terapia qualora si dimostri insoddisfatto dell’esito ottenuto, o quando il consumo delle confezioni di farmaco dei clienti abituali appaia incompatibile con una terapia regolare ed efficace.