Comunicazione verbale

Due persone su tre si affidano al parere del farmacista per gli acquisti e per ottenere consigli sanitari. Sono valori che vanno alimentati con il dialogo.

Il farmacista, prima di essere un distributore di farmaci è un educatore sanitario, dispensatore di consigli e di informazioni. Gli viene socialmente attribuito questo ruolo in funzione dei suoi studi, della sua esperienza e della sua autorevolezza. “È un laureato esperto cui ci si può rivolgere con fiducia”; “È in grado di fornire informazioni, spiegazioni e consigli preziosi”; “Svolge un ruolo importante nella prevenzione di malattie ed è d’aiuto nel risolvere tanti piccoli problemi della vita quotidiana”: sono espressioni ricorrenti nei sondaggi e nelle interviste. E così risulta che, in un momento in cui il consumatore si dimostra autonomo e indipendente nelle scelte, due persone su tre si affidano al parere del farmacista sia nell’acquisto di prodotti destinati alla salute, sia per ottenere consigli sanitari. Sono valori di rilievo che devono essere mantenuti e alimentati con il dialogo.
Non si deve dimenticare, infatti, che il “valore aggiunto” offerto dal farmacista in farmacia fa riferimento proprio al suo ruolo di educatore sanitario, che lo qualifica nella sua attività professionale. Alla comunicazione verbale in farmacia va aggiunta poi la “comunicazione materiale”, che è quella offerta attraverso il merchandising, la gestione delle vetrine, le gondole, i cartelli, le riviste e i folder per il pubblico. Tutti strumenti che aiutano il farmacista nella sua funzione e che fanno della farmacia un centro di salute e prevenzione, prima ancora che di cura.