Prove di funzionalità respiratoria (Pfr)

Test che permettono di individuare la presenza di malattia polmonare, di classificarne la natura e di quantificare la gravità della compromissione funzionale.

Le prove di funzionalità respiratoria (Pfr) forniscono importanti informazioni sui diversi processi che sostengono gli scambi gassosi. Esistono tre categorie di prove, atte a misurare:

    - la velocità di flusso dinamica dei gas attraverso le vie aeree;
    - i volumi e le capacità polmonari;
    - la capacità di diffusione dei gas attraverso la membrana alveolo capillare.

Le prove di funzionalità respiratoria non sono in grado di identificare una specifica malattia, ma possono rispondere a importanti quesiti in ambito sia diagnostico sia terapeutico. Le prove di funzionalità respiratoria effettuate tramite la spirometria o la pletismografia corporea permettono di:

    - identificare la presenza di malattia polmonare;
    - classificare la malattia come ostruttiva o restrittiva;
    - quantificare la gravità della compromissione funzionale in termini di lieve, moderata, severa o molto severa.

Le PFR possono così fornire un valido aiuto al clinico per scegliere o modificare una determinata terapia farmacologica o non farmacologica di supporto (come, per esempio, terapia con broncodilatatori o programmi di riabilitazione motoria e respiratoria eseguiti attraverso esercizi fisici specifici). Inoltre, svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca clinica, come monitoraggio nel tempo della perdita o dell’incremento di capacità respiratoria in pazienti sottoposti a specifici protocolli sperimentali. Infine, l’utilizzo delle PFR trova applicazione pratica nella prevenzione delle malattie professionali in categorie di lavoratori esposti a specifici fattori di rischio (per esempio, silicosi negli addetti alla lavorazione del vetro, pneumoconiosi negli impiegati nell’estrazione e lavorazione carbonifera, ecc.).

Controindicazioni alle Pfr
I pazienti con grave compromissione della funzione cardiaca potrebbero andare incontro a episodi sincopali, dovuti alla rapida modificazione delle pressioni intratoraciche che avvengono durante l’esecuzione di manovre di espirazione e inspirazione forzata. Pazienti che hanno presentato recenti episodi di emottisi potrebbero andare incontro a recidive di emorragie bronchiali o del parenchima polmonare. Pazienti che presentano dolore acuto toracico o addominale non dovrebbero essere sottoposti a tali accertamenti, per il rischio di riesacerbazione della sintomatologia. Inoltre, la presenza di intensa nausea o vomito espone i soggetti a rischio di aspirazione di materiale gastrico, con conseguente polmonite ab ingestis.


Ulteriori controindicazioni relative sono rappresentate dalla recente esecuzione di interventi chirurgici agli occhi (per esempio, rimozione della cataratta o recente distacco di retina), poiché le variazioni pressorie potrebbero riflettersi anche a livello dell’apparato visivo. Soggetti affetti da severe turbe psichiche o diverso grado di demenza (senile, vascolare, congenita) rischiano di dare luogo a prove non significative o, in generale, inaffidabili.

Le prove di funzionalità respiratoria consentono di classificare le malattie polmonari in due grandi categorie:

    - malattie polmonari ostruttive;
    - malattie polmonari restrittive.

Consentono inoltre di individuare i cosiddetti “quadri misti”, ovvero le situazioni nelle quali coesistono entrambi i tipi di alterazioni.  Le patologie ostruttive e restrittive differiscono tra loro per il diverso sito anatomico coinvolto, per la fase respiratoria (inspiratoria o espiratoria), per la diversa fisiopatologia e per le diverse misurazioni adatte a identificarle. Infatti, le patologie ostruttive presentano solitamente un difetto a livello delle vie aeree, mentre quelle restrittive a livello del parenchima polmonare o del mantice toracico. Le malattie ostruttive tendono poi a provocare difficoltà espiratorie, mentre quelle restrittive presentano un più evidente deficit inspiratorio dovuto alla riduzione della compliance (distensibilità) polmonare o toracica. Infine, le misurazioni utili per l’identificazione delle malattie ostruttive saranno quelle dei flussi polmonari, mentre per quelle restrittive dei volumi.