SSN - sostenibilità e razionalizzazione delle risorse

La presenza di un sistema pubblico di rimborso e di sistemi complementari potrebbe dare respiro al Sistema Sanità e alla spesa in crescita.

Oggi la spesa sanitaria privata, pari a circa 32 miliardi di euro, uno dei valori più alti tra i Paesi occidentali, ha una percentuale di crescita più che doppia rispetto a quella pubblica e, soltanto negli ultimi anni, è aumentata dell’8%. Appare evidente, in prospettiva, che continuerà il trend di crescita della spesa sanitaria nei prossimi anni per diverse e inevitabili ragioni: l’aumento della vita media e l’incidenza delle patologie croniche, per esempio, ma anche l’introduzione di medicinali innovativi e di grande efficacia, lo sviluppo di nuove tecniche operatorie e l’utilizzo di dispositivi medici sempre più evoluti.


I costi della spesa pubblica

Non si può arginare questo trend unicamente ricercando la razionalizzazione delle risorse e dell’appropriatezza dei trattamenti e delle procedure, ma va rivista radicalmente la missione del sistema Welfare. Non sarà più sostenibile consentire ai cittadini di usufruire di servizi e prestazioni pressoché in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e, in questo senso, il Sistema sanitario pubblico italiano ha rappresentato, sino ad oggi, un’eccellenza garantendo un servizio con carattere di universalità. Oggi non possono più essere mantenuti analoghi standard di qualità ed efficienza per i motivi sopra esposti, anche perché si è in presenza di un’inevitabile riduzione o razionalizzazione delle risorse pubbliche che lo Stato può mettere a disposizione della Sanità.

Un approfondito dibattito si è aperto con l’obiettivo di comprendere se i tempi siano maturi per l’introduzione in Italia del cosiddetto “secondo pilastro” del Welfare, ovvero di un sistema di finanziamento, mediato da fondi sanitari, che possa integrare le prestazioni del sistema pubblico. Secondo i primi promotori, tra cui si annoverano Confindustria e Confcommercio, va quindi ripensato un sistema sanitario che permetta l’integrazione tra sanità pubblica (primo pilastro) e complementare (secondo pilastro), con l’obiettivo di garantire una copertura generale e complessiva della domanda di salute anche attraverso modalità più efficienti di compartecipazione alla spesa.

Secondo i promotori, il “secondo pilastro” si potrebbe sviluppare, per esempio, attraverso nuovi meccanismi fiscali che consentano la canalizzazione della spesa sanitaria privata verso l’intermediazione dei fondi sanitari, con le dovute garanzie naturalmente, onde evitare che questo avvenga secondo criteri di ceto o di selezione dei rischi.

Il ruolo della Farmacia
In Italia tale cambiamento risulta difficile da interpretare, considerata l’universalità del sistema pubblico; d’altra parte per i motivi sopra citati, il sistema nel suo complesso va necessariamente ripensato ed è ora che gli operatori, i cittadini e la società politica decidano insieme la strada migliore da intraprendere.
È evidente che nel mondo della sanità, e in particolare nei meccanismi regolatori di offerta di prestazioni e di spesa, siano inserite le farmacie e i farmaci, che rappresentano una voce di spesa non indifferente. Pertanto, è necessario che la farmacia italiana si interroghi su come poter esercitare un ruolo attivo nei processi decisionali futuri. Infatti può decidere di:
a) essere legata al Sistema sanitario pubblico e contrattare con i futuri sistemi integrativi le nuove condizioni di rimborso;
b) sviluppare una proposta di fondo integrativo da sottoporre ai propri pazienti attraverso la rete della farmacie. Non bisogna dimenticare, infatti, che il processo di ingresso dei capitali potrebbe creare nuove dinamiche concorrenziali nei meccanismi di rimborso del prezzo del farmaco.